NON FACCIAMO CHE I FATTI DI OGGI SIANO I GIORNI DELLA MEMORIA DI DOMANI

La pietra d’inciampo posata a Cesano Maderno il 26 gennaio 2019 intitolata a Arturo Martinelli

Esistono momenti che passano senza che tu ci presta attenzione. Ed esistono gli stessi momenti che ti prendono e ti obbligano a fermarti e a riflettere. Il giorno della memoria appartiene alla serie di questi momenti. Che cosa cambia tra un momento e l’altro: semplicemente cambia il contorno, cambia il contesto, le voci ingannevoli che ascolti, cambiano i rumori, cambiano le certezze che inaspettatamente diventano le fragilità dei nostri tempi, arrivano le paure, si paventano le chiusure dei confini, si reclamano la costruzione di muri, si cerca il rifugio, si predilige l’individualismo al collettivo, si teme il diverso e il bello si perde nella rozzezza e negli scempi delle parole, della materia e delle persone. In ombra finiscono i valori culturali, civili e umani. Ecco che la  posa delle pietre d’inciampo  nel giorno della memoria sono l’inciampo necessario,  la scossa che ti avverte di non ricadere è  il momento di pensare alla reazione necessaria.

Si coinvolgono le scuole, si parla e si racconta ai nostri giovani. Intervengono i Sindaci a rappresentare le comunità si ascoltano le testimonianze. Ma siccome gli anni passano e i superstiti dell’Inferno in terra sono rimasti in pochi a portare la testimonianza diretta, allora serve la giornata della memoria, guarda caso istituita nel 2005 da organismi come l’organizzazione delle Nazioni Unite. Organismi internazionali multilaterali oggi da alcuni messi scientemente alla berlina.

“Una poesia scritta in ceco che sopravvisse alla morte del suo autore ad Auschwitz riassume la rabbia profonda nei confronti dei perpetratori dell’orrore, la ribellione interiore contro la degradazione e la morte, il sentimento, senza dubbio condiviso da molti delle vittime, che il giorno della resa dei conti sarebbe certamente arrivato:

Siamo sempre di più noi qui; cresciamo di numero giorno per giorno; i vostri campi sono già saturi di noi prima o poi la vostra terra scoppierà.

E allora affioreremo, orrende schiere, un teschio sui nostri teschi, arti ossuti; e urleremo in faccia a tutte le genti NOI I MORTI , ACCUSIAMO!”

(tratto da – All’inferno e ritorno Europa 1914-1949 di Ian Kershaw)

Inciampare oggi per non ascoltare le urla d’accusa dei morti un domani.

 

 

 

 

Lascia un commento