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Aprile, una giornata di festa e di unità per tutti coloro che credono nei principi fondanti della nostra Costituzione Repubblicana.

 

Una giornata di festa che come tutte le feste per un Popolo sono il momento della pausa, del riposo dopo le fatiche lavorative per dedicare il tempo alle preghiere, al pensiero e alla riflessione ma anche alla gioia della ricreazione e del piacere.

Festeggiamo la gioia e il piacere dei popoli liberi. Festeggiamo la fine della guerra che oggi diventa l’auspicio che in tutti quei territori nel mondo dove ci sono focolai di guerra  si persegua la soluzione  nella mediazione politica e nel confronto civile.

Riflettiamo sulla necessaria predisposizione che deve esserci in ognuno di noi e che per ognuno di noi deve essere continuamente alimentata, indipendentemente dalle scelte politiche elettorali.

Il 25 Aprile predisponiamoci a ricaricare le nostre pile affinchè non vengano mai a mancare le energie nel pensare e nell’agire per la salvaguardia di una democrazia conquistata dopo il sangue e il dolore della guerra.

Oggi più che mai rischiamo di perderci nelle paure e nel caos di un mondo che cambia. Rischiamo di non vedere pericolosi segni di deriva razzista, xenofoba, antisemita e l’alzare la testa di movimenti neofascisti e neonazisti che s’intravedono in Italia e nel nostro Continente Europeo.

Ecco il 25 Aprile festa dedicata a fermarci e a pensare a ritrovare la lucidità e la ragione racchiusi in tutti gli antifascismi.

Il Sindaco della mia città, nel negare la parola al rappresentante dell’Anpi nel giorno della commemorazione del 25 Aprile dice “basto io a rappresentare tutti e tutto”.

Noi lo ringraziamo per farsi carico di un così grande fardello ma nel contempo la invitiamo a ripensarci. La storia ci ha già mostrato episodi di coloro che han professato il “basto Io”. La festa non è mai di uno la festa è sempre di un multiplo. La festa è coralità, contaminazione e partecipazione.

Questo la storia ci ha insegnato e questo noi difendiamo.

Dia la parola Sig. Sindaco, si accorgerà che così facendo la sua varrà ancor di più. Non sia ideologico.

Buon 25 Aprile

Per milioni di Europei la seconda guerra mondiale eclissò addirittura la prima: fu cioè quanto di più vicino all’inferno in terra avessero mai sperimentato. Il solo conteggio dei morti – oltre 40 milioni nella sola Europa, una cifra superiore di oltre quattro volte a quella della Grande Guerra  – dà il senso dell’orrore. Sono numeri che sfidano il potere dell’immaginazione. I morti Sovietici superano i 25milioni. Quelli Tedeschi furono circa 7 milioni, i Polacchi 6 milioni. Le nude cifre non dicono nulla sull’atrocità delle loro sofferenze, nè sui terribili patimenti inflitti a innumerevoli famiglie…..Fu una discesa nell’abisso quale non s’era mai vista, la disfatta di tutti gli ideali di civiltà nati con l’illuminismo.  Fu una guerra di proporzioni apocalittiche, l’Armageddon  dell’Europa.”

da  All’inferno e ritorno Europa 1914 -1949 di Ian Kershaw

 

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